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mercoledì 21 ottobre 2009

Il Sogno Del Teletrasporto

Mio figlio vuol sapere se nel futuro esisterà il teletrasporto come nei film di fantascienza.
Io gli rispondo che probabilmente ci arriveremo.
Penso infatti a tutte le imprese che l'uomo ha sognato nel corso della storia, e a come si sono poi davvero realizzate.
Quando l'uomo inizia a pensare a qualche cosa, ed essa diventa oggetto di riflessione e attenzione, oppure argomento per storie o leggende, basti pensare uno per tutti al mito di Icaro, finisce poi per avverarsi.
Probabilmente è inscritta nel nostro essere la facoltà di perseguire ciò che sognamo o, da un altro punto di vista, quella di farci venire in mente solo cose che possiamo raggiungere.

Viene allora da credere che anche la pace e la serenità in terra non siano un'utopia destinata a restare relegata nei poemi e nelle preghiere, ma possano diventare realtà, come lo è diventato il volare, che sino a un secolo fa ci sembrava impossibile e dopo 70 anni siamo arrivati sulla Luna, e come lo diventerà il ...teletrasporto..
realtà virtuale
i prodotti del pensiero
poter sognare solo il quotidiano

mercoledì 14 ottobre 2009

Poter Sognare Solo Il Quotidiano

Il cosiddetto benessere permette a molti di noi di poter soddisfare ogni desiderio o capriccio.
L'indulgenza dei genitori verso i figli in questo è sbalorditiva, tanto che giungiamo a mettere alla loro portata tutto ciò che vogliono.
Non so se ci rendiamo conto della contropartita che dobbiamo pagare, del male che ci facciamo tutti.
Alla lunga, entriamo in un circolo vizioso che ci impedisce non solo di sognare, ma anche di poter immaginare che esista qualcosa che non sia nella nostra immediata disponibilità.
Se ci riflettiamo un momento, ogni scoperta ed invenzione nasce da una scommessa con se stessi e col destino.
Ed è sempre con se stessi e col destino che si deve scommettere, non solo per andare sulla Luna, ma anche per scegliere di formare una famiglia, per scegliere un lavoro impegnativo o portare avanti un corso di studi seriamente con le proprie forze.
Se continuiamo così, tutte queste strade diverranno impercorribili e da abbandonare, a causa della nostra incapacità ad affrontare le difficoltà, che neanche crediamo più possano esistere, che ci sembrano quasi un affronto al nostro essere, anziché una normale variabile dell'esistenza.
Assuefatti ormai, da una parte ad avere tutto ciò che vogliamo, e dall'altra condannati a non saper immaginare alcun desiderio diverso da ciò che già abbiamo a portata di mano.

il sogno del teletrasporto
realtà virtuale 
messaggio planetario 

mercoledì 7 ottobre 2009

Un Corpo Sociale

Dicevamo più sotto un popolo che abbiamo diversi dialetti, diverse abitudini  e anche livelli di sviluppo molto differenti, ma che 150 anni di carestia ed abbondanza, di guerra e di ricostruzione, di terremoti e soccorsi, di tragedie infinite e di solidaretà impensabili, ci fanno comunque essere un unico popolo.
Notava inoltre un commento onesta-legalità che la garanzia principale del rispetto della legalità sostanziale, individuata dalla Costituzione intesa come espressione di un patto, è la costante opera di partecipazione e controllo da parte del corpo sociale.

Io credo che un documento come la Carta costituzionale viva nel presente di chi la scrive e la vota, ma che poi diventi altro.
Diventa il passato su cui  si sono volute porre delle fondamenta.
Diventa, nello stesso tempo, il futuro che si vuole costruire.
Di queste due dimensioni vive il nostro presente di cittadini, un presente che ci richiede continuamente delle scelte, per le quali sentiamo di avere scarse indicazioni, oltre quelle dei principi fondamentali della nostra Carta.
Questo ci porta ad invocare e ad appellarci a leggi e regolamenti per ogni più minuto aspetto e infimo dettaglio del vivere quotidiano.
Purtroppo questo è esattamente l'opposto di ciò che penso debba essere un corpo sociale, che si regge su poche regole chiare e poi sa fare delle scelte e assumersi le sue responsabilità in base a quei valori ed esperienze condivise che soltanto possono farci essere popolo.
Ma finché anche solo per accettare una multa per eccesso di velocità etilometro vs autovelox pretendiamo la foto regolamentare, nitida e che rispetti la privacy, fatta dall'apparecchio regolamentare e regolarmente segnalato 480 metri prima, penso ci sia ancora parecchia strada da fare, e forse questa sì a tutta velocità.

federalismo centralizzato

giovedì 1 ottobre 2009

Uomini E Prezzi

Ciascuno di noi ritiene di avere una propria intangibile dignità.

Sentiamo, come esseri umani, di impersonare un valore difficilmente esprimibile e di certo non quantificabile.

Perché questo valore è l'insieme di ciò che facciamo e del nostro lavoro, di ciò che pensiamo e dei nostri affetti.

Qualcosa di grande e di fondamentale importanza, che in qualche modo definisce il nostro destino e che non si può né pesare né misurare.

Ma, e faccio solo un esempio, da anni è risarcibile il cosiddetto danno biologico, nel quale rientrano anche le lesioni non materiali che incidono su interessi rilevanti per la persona, considerata anche nei suoi "aspetti relazionali".

Riporto dalla sentenza n.26973/2008 Cass. civile, Sezioni unite che, attenzione, pone un argine e limita le innumerevoli pretese risarcitorie per i più disparati aspetti della vita quotidiana negli anni precedenti addotte:
"...Il giudice potrà invece correttamente riconoscere e liquidare il solo danno morale, a ristoro della sofferenza psichica provata dalla vittima di lesioni fisiche, alle quali sia seguita dopo breve tempo la morte, che sia rimasta lucida durante l'agonia in consapevole attesa della fine. ... Una sofferenza psichica siffatta, di massima intensità anche se di durata contenuta, non essendo suscettibile, in ragione del limitato intervallo di tempo tra lesioni e morte, di degenerare in patologia e dare luogo a danno biologico, va risarcita come danno morale, nella sua nuova più ampia accezione".
Dunque un danno morale quale aspetto del danno biologico.

Comprendiamo così che è risarcibile la sofferenza psichica di chi è su un aereo che sta precipitando e sa che sta per morire.Niente di nuovo, negli USA sono storie di tutti i giorni, ma a me fa impressione questo tipo di giustizia, che, pur tutelandoci, passa attraverso la misurazione e la successiva quantificazione pecuniaria della sofferenza, che è tra gli aspetti più intimi di una persona.

Dicevamo qualche giorno fa(realtà virtuale) che l'uomo sembra sentirsi chiamato a diventare metro e misura dell'universo, e che così corre il rischio di non accorgersi della propria "possibile relatività".

Allora, di questi risarcimenti, voglio cogliere l'aspetto positivo.

Che ci servano da monito per ricordarci che, se anche i nostri affetti hanno un prezzo, se anche noi come persone possiamo essere quantificate, questo è possibile solo perché siamo esseri de-limitati, non assoluti ma in stato di perenne relatività e confronto con "qualcos'altro".

Se alle emozioni di un uomo si può assegnare un prezzo, l'uomo è a sua volta misurabile, e pertanto si trova in un universo che lui non può completamente dominare.


fuori controllo
il prezzo del dolore
puri e spietati
depressione mortale II
tutela universale
Dio di ogni consolazione