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giovedì 28 ottobre 2010

33 Anime Salve

Cile, paese con un Pil pro capite che è il 25% di quello italiano.

Una capsula che sembra tenuta assieme col fil di ferro ma che ha funzionato
Avevano previsto tre mesi, e li han portati tutti fuori dopo 69 giorni di reclusione a 700 metri sottoterra.

In un paese dove ci dicono che le garanzie per i lavoratori più umili sono quasi assenti, si è riusciti in un’impresa che sembrava disperata.

Forse i resoconti sono di parte, ma l’impressione è che tutte le famiglie, gli amici e un intero paese abbiano fatto il tifo, e che questo abbia giocato un ruolo fondamentale.

L’impegno, la volontà e l’azione coordinata, anche senza l’alta tecnologia, hanno fatto il miracolo.
Il gruppo dei dispersi ha sentito di non essere né isolato né abbandonato, ma solo temporaneamente separato da una comunità che li rivoleva tutti indietro.

Si è badato non solo ai bisogni materiali, ma anche a quelli morali ed emotivi, con medici e psicologi, i familiari e il dialogo.

E pure quel tricolore, appeso o solo verniciato un po’ dappertutto, forse anche nell’anfratto della prigionia, non sarà stato solo retorica, ma simbolo di condivisione e segno di appartenenza.

Quel senso di appartenenza di cui anche noi abbiamo bisogno per riemergere e salvarci.

73 anime perse
la memoria e il furore
correnti ed eresie
bipolarismo impossibile
fughe benedette
poveri resti

giovedì 21 ottobre 2010

Federalismo Centralizzato

Non si può che essere favorevoli ad una maggiore responsabilità delle regioni nella raccolta e nella gestione delle tasse.

Ma sembrava che il federalismo fiscale dovesse tendere, in questa cornice, a rendere il servizio pubblico  più conforme alla realtà economica e sociale del territorio.
Allora non capisco.

Questo benedetti costi standard delle prestazioni sanitarie, che cosa c'entrano col federalismo ?
Se a livello centrale per tutte le regioni vengono fissati gli stessi costi standard per i vari tipi di visite, ricoveri, esami etc., dove sta l'adeguatezza alle situazioni concrete ?

Ringrazio in anticipo chi mi aiuta a comprendere.
consumare: a ciascuno il suo
un corpo sociale

giovedì 14 ottobre 2010

Felice Incoerenza

Parlando di incoerenza, in genere ci riferiamo alla opposizione tra ciò che si dice di credere o di voler fare e le azioni, il comportamento concreto.


L'incoerenza è sicuramente un difetto, un vizio che tutti, in misura maggiore o minore, pratichiamo.

Ma attenzione: non tutto il male viene per nuocere !

Talvolta l'effetto che si ottiene è sorprendente e l'incoerenza diventa un'ancora di salvezza, un vizio con effetti benefici su se stessi, sul prossimo e sulla collettività tutta.

Se riflettessimo bene su certe cose che leggiamo od ascoltiamo, dovremmo ringraziare il cielo per l'incoerenza di tanti, che per fortuna impedisce loro di mettere in pratica ciò che dicono o scrivono.

C'è già troppa gente che si comporta in maniera malvagia coerentemente coi propri pensieri.

Mostriamo dunque gratitudine verso tutti gli incoerenti che per paura o per pigrizia ci rendono la vita migliore, evitando di mettere in pratica i loro desideri.
king size (il male minore ?)
morale: a terra (2)
fughe benedette
omerica vergogna
pericolosa autenticità

giovedì 7 ottobre 2010

Ordinary Servants (L'Orgoglio Del Servitore)

Essere servitori è un'idea che ci dà parecchio fastidio.

Cresciuti ed alimentati con il mito della libertà assoluta, degradante ci sembra il servire, insopportabile qualunque vincolo.

Eppure nella lingua inglese l'espressione public servant indica non solo i dipendenti pubblici di ogni livello, ma anche chi ricopre cariche elettive e di governo.

Le parole vogliono indicare che il lavoro per lo Stato è un servizio verso i cittadini, qualcosa di cui essere fieri.

Anche da noi una volta, in risposta al ringraziamento per un lavoro ben fatto , si diceva "dovere".

Certo, se servire significa fare il proprio dovere, dobbiamo per forza creare dei legami di dipendenza, proprio quei vincoli verso cui siamo così insofferenti.

Però dobbiamo rammentarci che non si serve solo un capo o un datore di lavoro.

Ci richiedono di essere in qualche modo servi anche l'amore, la famiglia, il bene comune, la salute, i valori in cui crediamo.

Nel Vangelo di Luca si racconta di coloro che al termine del proprio lavoro dicono "siamo comuni servitori (ordinary servants); abbiamo fatto il nostro dovere".

Escludo che Gesù volesse invitarci all'automortificazione, e allora mi sembra più un invito a riconoscere che il nostro esistere è fatto anche di legami e vincoli.

Che il nostro esistere non sta in una vita servile e neppure nella disperata ricerca di un gesto eroico, ma nell'esercizio di quell'atteggiamento, anzi diciamolo: di quella virtù che comunemente viene chiamata Fedeltà.
diritti pesanti per fragili spalle
coraggio di partire, coraggio di restare
finalmente meretrice
liberi di non esserlo
cartolina da Londra
cristiano semplice