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giovedì 30 giugno 2011

Giudizi Critici

Con il massimo rispetto per il lavoro di ogni organo giudiziario di ogni comunità democratica, noto a volte dei casi poco comprensibili.

Delitto di Avetrana.
Dal colpevole unico siamo passati ad una decina di indagati; Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano sono sempre detenute; trattasi di misura cautelare, che in Italia credo sia applicabile "solo in tre casi: pericolo di fuga e conseguente sottrazione al processo ed alla eventuale pena, pericolo di reiterazione del reato e pericolo di turbamento delle indagini ".
Sinceramente col senso comune non si capisce a quale di queste situazioni ci si possa riferire per quanto riguarda le due donne, specie trattandosi di un delitto commesso 10 mesi fa.

Tirarsela addosso.
Come se la situazione sanitaria di Napoli non fosse già sull'orlo del baratro, una bella indagine per "epidemia colposa".
Giustizia preventiva, perché ( e forse davvero solo per fortuna) epidemia sinora non c'è stata, e speriamo si riesca a scongiurare.

Ipocrisia.
E' il mandato d'arresto contro Gheddafi.
Addirittura il procuratore capo del Tribunale internazionale ritiene che i fedeli del Colonnello possono contribuire ad essere “parte di una soluzione” eseguendo il mandato d'arresto emesso.
Dittatore indisturbato al potere da 42 anni, solo adesso la comunità internazionale si toglie la benda dagli occhi ed esorta le sue guardie del corpo (forse le uniche che verranno processate...) ad arrestarlo.
Più probabile che salti su un barcone per costituirsi alla GdF a Lampedusa.


Osama Bin Laden
Yara e tutte le nostre figlie

giovedì 23 giugno 2011

Fatal Distraction

Gene Weingarten è un giornalista che ha vinto il suo secondo premio Pulitzer (dopo quello per l'articolo sulla violinista nella metro) con un'inchiesta uscita sul Washington Post nel 2009 e relativa ai genitori che dimenticano i figli in auto sotto il sole.

Accade da loro così come anche da noi di recente (è chiaro che se ne ha notizia solo in caso di conseguenze fatali).
Mi sembra che dall'inchiesta americana, molto ampia ed articolata, emerga nonostante tutto la voglia di catalogare queste tragedie come fatalità che talvolta neppure sarebbero da perseguire penalmente.
Anche a casa nostra il tutto viene spiegato come conseguenza di stress e black out o cortocircuiti mnemonico-cerebrali (...).

Il fatto stesso che si debba cercare una spiegazione (e così macchinosa) dimostra come si tratti di casi eccezionali, per nulla normali e ben diversi, nonostante si cerchi talvolta di accomunarli, dal dimenticare le chiavi di casa al cinema.

Perché non dovrebbe esserci una punizione per chi commette di tali distrazioni, quando nella nostra società è considerato riprovevole persino un lieve scapaccione "educativo" mollato al proprio figliolo?

Si tratta di genitori già castigati dal dover convivere con un rimorso indicibile?
Certamente, proprio come accade spesso agli sfortunati che, pur persone abitualmente prudenti  ed irreprensibili, provocano un incidente d'auto mortale, magari per un mancato rispetto di precedenza (o gli cade un vaso dal balcone, o al lavoro premono la leva sbagliata).

Anche in questi casi si dispiegano la nostra pietà e l'umana solidarietà, ma vorremmo un trattamento uguale per tutti.
Perché anche in questi casi, quasi sempre, la tragedia  è dovuta ad una distrazione conseguente a stress...


malattie della crescita 
diritti pesanti per fragili spalle
accettare l'inaccettabile

giovedì 16 giugno 2011

Festeggiamenti



Soddisfazione (anche mia) per l'esito dei referendum.

Niente nucleare, anche se per un po' continueremo ad importare elettricità prodotta con quella tecnologia.

Prosegue peraltro l'esportazione verso la Libia di dinamite, tritolo ed altri esplosivi sotto forma di missili, bombe e Tornado.

Sbagliava chi aveva previsto di chiudere il tutto ai primi di giugno.
L'importante è che non se ne parli più (tranne eccezioni, tra cui svariati quotidiani di oggi e di ieri).

Ci piacerebbe che festeggiamenti di piazza come quelli per i referendum si facessero anche per l'uscita dell'Italia da questa guerra, magari pure stavolta vincendo la tentazione di "andarsene al mare".


odissea all'alba 
omerica vergogna
puri e spietati 

giovedì 9 giugno 2011

Bisognosi

Nel racconto dell'ascensione di Gesù, posto al termine del vangelo di Matteo, questi ci narra del Cristo risorto che, prima di lasciare definitivamente la dimensione terrena, pone in capo agli apostoli la responsabilità di battezzare tutte le genti e di insegnare nel suo Nome.

Un compito non da poco, anche per il gruppo di discepoli che lo avevano seguito da vicino più di chiunque ed erano stati da Gesù stesso istruiti.

C'è però un'anomalia, anzi ve ne sono due.
Questo vangelo pone infatti con la massima naturalezza, nei versetti finali, due grossi punti interrogativi.

Lungo il vangelo gli apostoli sono anche chiamati i "dodici", tanto che i due termini si possono considerare sinonimi.
Ma i presenti con Gesù al momento dell'Ascensione, Matteo lo sottolinea con chiarezza, sono soltanto "undici".

Giuda Iscariota se n'era andato, e solo in seguito si ricostituirà la pienezza della piccola comunità.
Oltretutto, sottolinea ancora Matteo, alcuni di loro persino "dubitavano".
E' dunque agli "undici", ad una comunità fin dal suo inizio incompleta e finanche incerta che Gesù affida la missione.

La salvezza dell'umanità è affidata ad una chiesa che si scopre fin dal suo nascere "mancante" e addirittura bisognosa di sostegno alla fede.

Gesù non ha aspettato né ha scelto lui un dodicesimo discepolo per reintegrare la comunità: li ha mandati così com'erano.
Né è rimasto a svolgere un ulteriore ammaestramento per rafforzarli nella fede.

I cinque versetti conclusivi di Matteo, ben lontani da qualunque trionfalismo di una chiesa nascente, contengono invece due grandi affermazioni di bisogno che rappresentano un ultimo fondamentale insegnamento.

L'invito, per la chiesa  e per i cristiani, a rammentare come la salvezza passi per strade ben diverse dal senso di umana completezza e autosufficienza.

L'occasione, per tutti, di riflettere su come la pienezza e la felicità passino anzitutto per il riconoscimento del proprio "essere bisognosi".
  

una assoluta marginalità 
il cireneo
questions about faith 
la nuova testimonianza 
le meraviglie della fede
spretato 

giovedì 2 giugno 2011

Die Deutsche Weisheit

Le frecce rosse indicano 13 cestini di rifiuti nell'area fotografata, ciascuno con il suo "getta mozziconi" incorporato.
La foto è stata scattata a Berlino (Wittenbergplatz) il 30 marzo 2011 alle ore 8.12.


Saggezza tedesca.

Quando si dice che prevenire è meglio che reprimere.

Garantisco che con una tattica del genere passa proprio dalla testa l'idea di buttare a terra anche solo un francobollo (oltretutto sarebbe più faticoso che gettarlo nel cestino).


istantanee da Berlino
king size (il male minore?)
obsolescentia lege