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martedì 3 settembre 2013

Bisogni E Meriti

Riprendo un argomento che mi sembra essenziale, quello dei “privilegi” che le nostre leggi accordano al lavoratore rispetto a quello che ho chiamato “cittadino semplice”.

Ah scusate, prima del lavoratore vanno sempre accontentate le banche, ma assolto questo doveroso ossequio, io insisto.

Al primo posto nella ripartizione della ricchezza, in una comunità civile, non ci può essere il criterio dello status sociale (e ho dei dubbi anche sulla cosiddetta meritocrazia), ma solo la considerazione dei bisogni della persona.

Senza distinzioni di nessun tipo, ad ogni cittadino vanno garantiti il mangiare, il vestire, l’alloggio, l’istruzione e la sanità, non importa che si sia o meno lavoratori, vecchi, giovani o altro.


Certamente vanno anche garantiti in misura dignitosa, comunque adeguata alla ricchezza complessiva della nazione.

Non voglio qui proporre medie aritmetiche, ma mi limito a ricordare quel che diceva uno dei pochi industriali illuminati che abbiamo avuto, Adriano Olivetti, secondo il quale il rapporto fra lo stipendio più alto e quello più basso non doveva essere superiore a 10, e mi sembra sufficiente.




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