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martedì 10 febbraio 2015

La bestemmia la legge e gli innocenti

Il nuovo direttore di Charlie Hebdo, Gérard Biard, è stato ospite a "Che fuori che tempo che fa" del 7/02/2015 (*)

Officianti i signori Fazio e Gramellini, il quale ultimo si esibisce persino nel porre una domanda che l'imbarazzato interlocutore definisce grosso modo come incomprensibile.
Gramellini dunque gliela ripropone, ma utilizza all'incirca le stesse parole, costringendo il francese ad una risposta di circostanza.

Andando al sodo, se ho ben capito, il valore della laicità è essenziale per la libertà di espressione, ed "essere Charlie" significa stare con la laicità senza alcun aggettivo che la limiti.

Si afferma pure, se non sbaglio, l'importanza della libertà di bestemmia, precisando che ogni giornalista e vignettista trova dentro di sé il proprio personale limite di espressione (tipica onnipotenza infantile), ma che comunque per Charlie Hebdo il limite è la legge.

Frasi fatte e concetti logori, se slegati da un minimo senso di responsabilità.
Anche un ragazzino che porta lo scooter sa che può ammazzare o ammazzarsi.
Ma ai vignettisti-giornalisti non gliene importa.

Personalmente sono un cattolico praticante che non irride né gli atei né i neo-pagani (e neppure i Testimoni di Geova e la loro avversione alle trasfusioni).
Ritengo che ogni fede deve essere rispettata, come deve essere rispettato l'amore materno o il ricordo dei cari defunti, ma se qualcuno bestemmia  il mio Dio con invettive ed epiteti offensivi, di sicuro non esigo vendetta.

Però fra la bestemmia come sfogo personale o abitudine sociale da una parte, e dall'altra parte la bestemmia innalzata addirittura al rango di diritto, c'è una differenza abissale.


Insomma, considerare la bestemmia un bene da tutelare mi sembra una gigantesca, pericolosa cavolata.

E mi sconcerta il dichiarato coraggio di questi eroi della libertà di espressione, attenti a non violare la legge per non incappare in spiacevoli cause presso i tribunali francesi, ma spavaldi di fronte alla possibilità di essere uccisi: loro, poliziotti, passanti e clienti kosher.


liberi di non esserlo
sesto comandamento
#pensoquindidono (prima di criticare i testimoni di Geova)
il buon selvaggio
licenza di satira


1 commento:

  1. Ancora oggi, sangue da inumana ingiustificabile furia assassina;
    ci si chiede anche, peraltro, che senso abbiano i reiterate volgari insulti ai danni della religione da parte di uno sparuto gruppetto di giornalisti e vignettisti d'avanguardia

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