Con papà e mia sorella, un’insolita mattinata fuori città
Poche ore nei luoghi in cui da piccolo mio padre era
sfollato diventano un salto all’indietro di 70 anni.
Le strade, le case, gli incroci sono all’incirca gli stessi,
quelli dove scorrazzava un ragazzino sudato e spettinato, ignaro circa le
dimensioni di una guerra di cui anch’egli era una comparsa, ma solo
parzialmente defilata.
Dentro un minuscolo frammento di storia non ne vedi i
confini, ma la quotidianità nuda la vivi tutta.
Magari non comprendi le contrapposte ideologie, ma le
diverse divise le riconosci al volo dal colore, dal taglio o dall’odore.
Tra ciascuno foggia di uniforme il ragazzo è sempre soltanto un ragazzo,
tanto per i tedeschi che per i polacchi e gli americani.
E se in un fazzoletto di storia non si decidono gli assetti
del planisfero, dentro ci si giocano comunque la morte e la vita della gente,
dei civili come dei combattenti.
I ricordi del ragazzino sono ancora vivaci.
Ecco la piazzetta dove un soldato di colore (che all’epoca,
senza alcuna sfumatura di disprezzo, si diceva “negro”) ti regala una tavoletta
di cioccolato; è la stessa piazzetta in cui la settimana prima un paio di
tedeschi ti avevano medicato e fasciato la gamba dopo una rovinosa caduta dalla
bici.
Le piccole ignare astuzie dei civili a seguito dell’ordine di eccidio,
la morte e la vita segnate da un botola e dal tappetino che la nasconde.
La morte per adesso beffata dal soldato con il mitra, che la botola intravede
ma che svelto si gira dall’altra parte, forse perché stanco o forse perché lì aveva bevuto una tazza di latte appena munto.
La Storia è fatta di milioni di storie, ognuna con il suo sapore.
la memoria e il corteo
la memoria e il furore
S-Memoria (Una Persona Fortunata)
la memoria e il corteo
la memoria e il furore
S-Memoria (Una Persona Fortunata)
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