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giovedì 7 aprile 2011

Istantanee Da Berlino

Cinque giorni nella capitale tedesca col solo bagaglio dell'inglese scolastico.
Non sono abituato ai cestini dei rifiuti ogni dieci metri (con incluso vano per le cicche), ma tolgono qualunque voglia di lasciar cadere anche una briciola per terra.

Ragazzetti ubriachi nella metro di primo pomeriggio infastidiscono ragazzette e gettano bottiglie, mentre senza tetto pieni di dignità compaiono silenziosi col buio e scivolano a dormire sulle panchine.
Il clima è da primavera mediterranea ma senza odori
.
Il tassista che mi accompagna dall'aeroporto alla pensione mi chiede con la massima naturalezza se preferisco uomini o donne, indicandomi i relativi quartieri di approccio.

Da turista di passaggio vedo una città senza passato e che forse pensa solo al futuro, senza le psicosi da bomba che turbano Parigi.

Parecchi disabili girano con le loro carrozzette elettriche.
Le persone sono educate e gentili, e quando esci da un negozio o da un locale ti dicono (con orgoglio?) "You're welcome"; forse è solo una questione di forma, però ti fa sentire un po' come a casa.

Ci si capisce bene con l' inglese, ma la città sembra del tutto immune da tentazioni anglofile, e semmai più incline a subire il fascino dello stile italiano.

Te li aspetti tutti alti e biondi, e invece è come andare a passeggio in una qualunque delle nostre grandi città.
Le donne però hanno uno stile e un abbigliamento che, in maniera indefinibile, risultano più femminili rispetto a quelli nostrani; danno l'idea di volersi bene anche quando non hanno un fisico da "velina".

Non ho incontrato vecchi, così come a Lisbona non incontrai bambini.

bipolarismo impossibile
la memoria e il furore
die deutsche weisheit 
obsolescentia lege 

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