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lunedì 21 febbraio 2022

Col sangue negli occhi

Incidente sull'asse attrezzato, un corpo rannicchiato sul fianco, immobile e muto sull'asfalto.

Il casco integrale affumicato non lascia intravedere nulla, ma perlomeno è al suo posto, mentre qualche decina di metri più avanti si intravede il rosso della moto rovesciata.

Sono tra i primi a fermarmi, nessuno di noi è del mestiere, a me viene la visione a tunnel già nel telefonare al 118 ("no, non dà nessun segno di vita"), un'altra signora ha la prontezza di collocare il triangolo rosso a monte ad una distanza che mi pare adeguata.

Siamo in 4-5 a vegliare quel corpo che immaginiamo sia un giovane uomo, nessuno di noi azzarda commenti, attendiamo l'ambulanza come chi deve aspettare.

Uno o due lo vegliano dappresso, io, la signora ed un altro cerchiamo di rallentare le auto in arrivo.

E se il corpo immobile stringe lo stomaco, questi fanno andare il sangue al cervello, questi che alle 4 del pomeriggio, col sangue negli occhi, ignorano il triangolo e l'auto della polizia nel frattempo fermatasi sull'altra carreggiata, ignorano le segnalazioni dei presenti, ma si sorpassano e accelerano su quei 60 metri, salvo frenare per morbosa curiosità quando s'accorgono che..."toh c'è un uomo a terra".

Maledetti voi e le vostre invettive, che le ho sentite tutte mentre me le ringhiavate contro guardandomi con odio, gli occhi in fiamme per l'affronto subito (le labbra e i palmi delle mani che implorano "piano...piano...").

Tra noi a piedi, un fremito di commozione quando il corpo disteso inizia a muovere una mano e a rispondere con un paradossale ma benedetto "sì" alla banale ed insostituibile domanda "va tutto bene?" (segue la raccomandazione di non muoversi).

Arriva nel frattempo un'ambulanza di passaggio che vedendoci cambia strada e inizia i soccorsi.

Noi ce ne andiamo in silenzio, ognuno sperando e pregando a testa bassa
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