Leggo che anche da sinistra c'è, oltre a quelli che vogliono si vada in pensione pù tardi, quelli (forse gli stessi) che tuonano contro i lavoratori vecchi ed iper-garantiti.
Si tratterebbe dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato.
A volte ne emerge l'impressione che si tratti di parassiti sociali arroccati ai propri privilegi, che intenzionalmente tengono i giovani, da egoisti consumati, segregati nell'apartheid della precarietà.
Insomma, gente dal cuore di pietra, che preferisce non essere licenziata e andarsene in pensione a 62/63 anni.
Se ne fregano se (c'è una statistica per tutto) è dimostrato che nei Paesi in cui si va in pensione a 70 anni c'è meno disoccupazione (anche se nessuno ha dimostrato che tra le due cose vi sia un rapporto di causa-effetto).
Non credo vi sia tra i precari chi auspica il licenziamento dei propri genitori, ma sicuramente è pieno di figli che augurano loro di potersene andare (se possono e vogliono) in pensione.
cittadini semplici
nel nome del profitto sovrano
libero mercato in libero pensiero
Figli e padri contro l' «apartheid» e per il merito nel lavoro
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RispondiEliminaNiccolò Fabi - Io Sono L'Altro