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giovedì 4 marzo 2021

Domani è già oggi

Ospedale enorme, coi fabbricati nuovi a fronte di quelli originari, tutti comunque in uso.

Parcheggio libero, parcheggio a misura di stadio completamente pieno, forse un migliaio di auto, chissà che file dentro, ma dentro è già una parola grossa, per arrivarci devi percorrere mezzo perimetro della Mole, di già in solitaria.

Superato l'ingresso, silenzio e deserto, rari utenti sperduti negli spazi alti ed ampi, nessuna coda, nessuna caciara, devo andare al CUP per 2 volte e in entrambi i casi mi chiamano il numero mentre ancora il biglietto sta uscendo dalla macchinetta.

Una guardia solitaria che mi prende la temperatura è l'unica presenza nel districarmi tra centinaia di sedie vuote d'attesa, su decine di file, sino a raggiungere la trincea degli sportelli, da cui sbucano, opache e silenziose, fluide presenze officianti ticket.

Nessun ritardo, all'esame mi chiamano puntuali, ma quando poi esco sotto il sole abbagliante mi dico che una pandemia in cambio di puntualità svizzera è un prezzo tragicamente esoso, ridateci code e ritardi!

E la marea di macchine abbandonate fa pensare a persone, coppie, famiglie, giunte a un controllo per un po' troppo di tosse e invece ingoiate dentro il mostro di cemento, sedate in un cubicolo, se non addirittura digerite ed espulse.

Di tutti loro restano soltanto, ingombranti lapidi, le cocenti, abbacinanti auto.

1 commento:

  1. Di tutti loro restano soltanto, ingombranti lapidi, le cocenti, abbacinanti auto.

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