Come ogni grande
struttura, anche il grande ospedale non si regge se non con regole
precise.
Uno dei momenti più
delicati è quello di trasporto e distribuzione del vitto, che
prevede corridoi sgombri da qualunque presenza umana ad eccezione
degli addetti, il che porta spesso ad incontri stile “Mezzogiorno
di fuoco”, col carrello delle vivande e gli sceriffi che
fronteggiano a distanza il forestiero.
Ogni genere di personale
ha la sua uniforme, e questo aiuterebbe a distinguere i diversi
ruoli, ma devi essere un buon osservatore e quindi ci ho rinunciato
da un po'. Per me le differenze consistono di impercettibili
variazioni di taglio di giacche e camici ed in altrettanto
impercettibili sfumature di delicati colori pastello.
Un diritto intangibile del
ricoverato (almeno per fortuna in questo ospedale) è quello al
letto, ma ci rinunceresti volentieri quando, mentre tutti gli altri
devono uscire dalla stanza, tu puoi rimanere al tuo posto (e se ti
hanno consegnato il vitto in pratica ci sei costretto) e mentre
mangi, sul tuo Compagno Di Stanza vengono espletati i più
temibili accertamenti eseguibili fuori di una sala operatoria.
Grazie infine al compagno
di stanza indiano e alla sua famiglia, il soggiorno ha assunto un
tono cosmopolita.
Un buon collega, lui e la
figlia con abiti occidentali e moglie, nipote e suocera in
abbigliamento indiano; veramente persone gradevoli, simpatiche e con
un gran senso di umorismo.
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