C’è una frase di San Paolo che mi colpisce ogni
volta che la incontro.
Si trova nella Prima Lettera ai Corinzi (1Cor 15,19):
"Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita,
siamo da commiserare più di tutti gli uomini."
A una prima lettura, queste parole possono
sembrare dure. Ma più le medito, più mi trasmettono un senso profondo di
serietà, responsabilità e gratitudine: per aver ricevuto la fede e per il
compito – mai scontato – di custodirla.
San Paolo non sta dicendo semplicemente che i cristiani credono in Cristo per ottenere la vita eterna, quasi fosse una sorta di assicurazione ultraterrena. No. Il suo messaggio è molto più radicale.
Questa frase mi fa riflettere su una verità che spesso rischia di passare in secondo piano: la fede cristiana non è una raccolta di principi morali, né una guida per migliorare i rapporti umani. Certo, vivere secondo il Vangelo porta inevitabilmente a relazioni più autentiche e giuste. Ma questo è un effetto collaterale, non il centro della fede.
La fede non è nata per regolare questa
vita. A dirla tutta, non è nemmeno sempre utile sul piano pratico. Non promette
soluzioni immediate, né garantisce serenità. Ci chiama piuttosto a qualcosa di
molto più grande: una dimensione che trascende il tempo, lo spazio e persino la
nostra comprensione.
Credere in Cristo significa entrare in un
rapporto vivo con Lui. Un rapporto che non si consuma nella nostra esistenza
terrena, ma la attraversa e la oltrepassa, aprendola all’eternità.
San Paolo ci mette in guardia: non riduciamo la
fede a un sistema etico o a una "strategia" per affrontare meglio i
problemi. La fede cristiana non è pensata per essere utile, ma per
essere vitale. È il legame con Dio che dà senso alla nostra vita e ci
apre a una speranza che nessuna aspettativa terrena può contenere.
È una chiamata a vivere già oggi con lo sguardo
rivolto all’eternità – non come fuga, ma come chiave per comprendere appieno
anche il presente.
E questo, per me, è il pensiero che più consola e
più entusiasma: sapere che la nostra fede non è chiusa nei confini del mondo,
ma ci collega a una realtà più grande, più vera, più nostra. Una realtà che non
finisce.